Il glaucoma è una patologia a carico del nervo ottico che determina una perdita progressiva e irreversibile delle sue fibre, traducendosi in un danno del campo visivo. Il principale fattore di rischio è un’elevata pressione intraoculare (solitamente superiore a 21 mmHg) dovuta a un ridotto deflusso del liquido che circola all’interno dell’occhio (umor acqueo) dall’angolo di filtrazione.
Il glaucoma è la prima causa di cecità irreversibile a livello mondiale.
E’ una patologia subdola essendo per lo più asintomatica nelle fasi iniziali.
E’ pertanto fondamentale la sua diagnosi precoce mediante visita oculistica in quanto prima viene posta diagnosi ed impostata la terapia, minore sarà lo sviluppo di un danno permanente del campo visivo. La diagnosi viene effettuata in seguito a una visita oculistica integrata da esami quali la gonioscopia (valutazione dell’anatomia dell’angolo di filtrazione), OCT della papilla ottica (analisi computerizzata delle fibre del nervo ottico), pachimetria (misurazione dello spessore corneale) e campo visivo.
Esistono diverse forme di glaucoma:

  • Glaucoma primario ad angolo aperto (o glaucoma cronico semplice)
  • Glaucoma ad angolo stretto
  • Glaucomi secondari (pseudoesfoliativo, pigmentario, neovascolare, infiammatorio).
Glaucoma primario ad angolo aperto

E’ la forma più frequente di glaucoma tant’è che la prevalenza mondiale nella popolazione sopra i 40 anni ammonta all’1.6% dei soggetti di etnia caucasica e al 4.6% dei soggetti di etnia nera. E’ causato da un ridotto deflusso dell’umore acqueo attraverso il trabecolato, la struttura situata nell’angolo di filtrazione deputata a questa funzione: l’umor acqueo, accumulandosi all’interno dell’occhio, determina un aumento della pressione intraoculare che danneggia le fibre del nervo ottico portando successivamente ad una perdita di campo visivo. Fattori di rischio sono: età superiore ai 65 anni, familiarità, miopia elevata e ridotto spessore corneale. Dato che i sintomi compaiono tardivamente, si raccomanda di sottoporsi ad una visita oculistica in caso di familiari affetti da glaucoma ed in ogni caso verso i 40 anni, età in cui possono comparire i primi segni rilevabili solo dal medico oculista.

Glaucoma ad angolo stretto

E’ causato da una peculiare conformazione oculare in cui l’iride viene spinta verso la cornea andando ad ostruire il trabecolato ed impedendo meccanicamente il deflusso dell’umore acqueo. Fattori di rischio sono: ipermetropia, età avanzata, cataratta evoluta e familiarità. Quando la pupilla si dilata (in condizioni di scarsa illuminazione, emozioni intense, assunzione di alcuni farmaci antidepressivi), l’iride si appoggia al cristallino impendendo il passaggio dell’umore acqueo dalla camera posteriore (dove viene prodotto) alla camera anteriore (dove viene riassorbito, a livello del trabecolato) e causando quindi una spinta in avanti dell’iride che va ad occludere l’angolo di filtrazione determinando l’aumento della pressione intraoculare. Questa forma di glaucoma è sintomatica in quanto è associata a cefalea, annebbiamento visivo monoculare e visione di aloni attorno alle fonti luminose.
Il glaucoma ad angolo stretto può presentarsi in diverse forme:

  • intermittente: l’episodio dura alcune ore;
  • cronico: l’angolo di filtrazione si chiude lentamente e la pressione intraoculare aumenta gradualmente;
  • acuto: la pressione intraoculare aumenta rapidamente e notevolmente raggiungendo anche i 50 mmHg ed il paziente accusa un calo visivo monolaterale associato ad un forte dolore perioculare spesso accompagnato da nausea e vomito. Si tratta di un’urgenza oculistica: è necessario recarsi subito in ospedale per sottoporsi a cure che abbassino rapidamente la pressione intraoculare (farmaci endovena, colliri ipotonizzanti, iridotomia yag laser e talvolta intervento chirurgico).
Glaucomi secondari
  • Pseudoesfoliativo: si sviluppa in pazienti affetti da sindrome da pseudoesfoliatio lentis (PEX) in cui del materiale furfuraceo derivante dallo sfregamento iride-cristallino si deposita a livello del trabecolato, occludendolo.
  • Pigmentario: occlusione del trabecolato dovuta a depositi di pigmento di probabile origine iridea.
  • Neovascolare: l’ischemia derivante da retinopatia diabetica avanzata o occlusioni venose retiniche favorisce la formazione di tessuto fibrovascolare a livello del trabecolato, occludendolo.
  • Infiammatorio: il trabecolato è ostruito da cellule infiammatorie (es. uveiti anteriori acute).
Terapia

Essendo il glaucoma una patologia cronica, non esiste una terapia risolutiva. La terapia del glaucoma ha infatti l’obiettivo di rallentarne la progressione abbassando la pressione intraoculare. La terapia di prima linea consiste in colliri ipotonizzanti da instillare con regolarità e in modo continuativo.

In alterativa o in aggiunta ai colliri, vi sono dei trattamenti laser eseguiti sul trabecolato che hanno però un’efficacia limitata nel tempo: si tratta della trabeculoplastica laser selettiva (SLT), trabeculoplastica argon laser (ALT) e trabeculoplastica con laser micropulsato (MLT).

Qualora la terapia medica non sia sufficiente, si ricorre alla chirurgia che comprende:

  • trabeculectomia: è l’intervento gold standard, caratterizzato dalla creazione di una fistola chirurgica a livello del trabecolato che consente la fuoriuscita dell’umor acqueo nello spazio sottocongiuntivale;
  • impianti valvolari (volvola di Ahmed, valvola di Molteno, impianto di Baerveldt);
  • sclerectomia profonda;
  • MIGS (microinvasive glaucoma surgery): procedure innovative e mininvasive spesso associate all’intervento di cataratta che consistono nell’impianto di piccoli dispositivi intraoculari.