La retina è il tessuto nervoso del bulbo oculare. Nella retina sono presenti i fotorecettori (coni e bastoncelli) ed è qui che l’energia luminosa proveniente dal modo esterno viene trasformata in potenziale elettrico e –percorrendo il nervo ottico- arriva al cervello consentendoci così di vedere quanto ci circonda.

DEGENERAZIONE MACULARE SENILE

Si tratta di una patologia della macula, l’area della retina deputata alla visione centrale. E’ una degenerazione multifattoriale e poligenica il cui principale fattore di rischio è l’età superiore ai 65 anni.

I sintomi sono un calo della vista graduale o improvviso (a seconda del tipo di maculopatia) associati a visione distorta delle righe dritte (test di Amsler positivo).

Esistono 2 forme di degenerazione maculare senile:

  • Forma atrofica (85-90% dei casi): caratterizzata da una perdita dei fotorecetteri della macula che vanno incontro ad atrofia. L’evoluzione è lenta. Ad oggi non esistono terapie risolutive, ma negli stadi iniziali l’assunzione di integratori alimentari può rallentarne la progressione.
  • Forma essudativa (10-15% dei casi): detta anche “umida” o “neovascolare”, è causata dalla formazione e crescita di vasi patologici (membrana neovascolare) che causano essudazione sierosa ed emorragie retiniche. L’evoluzione è rapida: il paziente avverte un improvviso calo della vista e la visione di una macchia scura centrale. La terapia ha la funzione di inattivare la lesione e consiste nell’iniezione intravitreale (ovvero dentro l’occhio) di farmaci anti-angiogenetici; spesso sono necessarie numerose iniezioni in quanto la maculopatia tende a riattivarsi.
RETINOPATIA DIABETICA

La retinopatia diabetica è l’aspetto più comune della microangiopatia diabetica e rappresenta un problema di notevole rilevanza essendo la causa più comune di cecità legale sotto i 65 anni.

La retinopatia diabetica è più frequente nel diabete mellito di tipo 1 rispetto a quello di tipo 2, ma dato che il 90% dei pazienti diabetici è affetto da diabete mellito di tipo 2, la maggior parte dei pazienti con retinopatia diabetica è ascrivibile a questo gruppo.

La prevalenza della retinopatia diabetica è strettamente correlata alla durata della malattia e allo scarso compenso glicometabolico.

E’ pertanto fondamentale che i pazienti diabetici si sottopongano regolarmente ad una visita oculistica con esame del fondo oculare.

Nelle forme iniziali non è indicato alcun trattamento, mentre nelle forme più avanzate sono previsti trattamenti laser e/o iniezioni intravitreali di farmaci anti-angiogenetici o a base di cortisone.

OCCLUSIONI VENOSE RETINICHE

Possono interessare la vena centrale della retina (occlusione venosa centrale) o una delle sue branche (occlusione venosa di branca).

Trattandosi di trombosi, viene meno il drenaggio da parte del vaso chiuso: il sangue ed il liquido a valle del trombo si accumulano quindi nella retina.

Il paziente avverte un improvviso calo della vista.

Fattori predisponenti sono l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete mellito e il glaucoma scompensato.

La terapia consiste in trattamenti laser e/o iniezioni intravitreali di farmaci anti-angiogenetici o a base di cortisone.

OCCLUSIONI ARTERIOSE RETINICHE

Possono interessare l’arteria centrale della retina (occlusione arteriosa centrale) o una delle sue branche (occlusione arteriosa di branca).

In questi casi viene a mancare l’apporto di sangue alla retina che diventa ischemica. Si tratta dunque di un “infarto della retina”.

Il paziente avverte un improvviso calo della vista.

Fattori predisponenti sono emboli (provenienti dal cuore o dalle carotidi), disturbi della coagulazione, patologie autoimmuni.

Purtroppo non esistono trattamenti terapeutici e la prognosi è negativa.

PUCKER MACULARE

Il pucker maculare è una membrana fibrocellulare che si sviluppa sulla superficie interna della retina.

Nella maggior parte dei casi è idiopatico, ovvero senza una causa scatenante.

A seconda dell’entità della trazione che questa membrana comporta a livello retinico, può essere asintomatica o determinare un calo della vista associato a visione distorta (test di Amsler positivo).

La diagnosi viene formulata con l’esame del fondo oculare eseguito durante la visita oculistica e confermata da un esame strumentale, l’OCT.

Nei casi lievi è indicato il follow-up, mentre in quelli più avanzati un intervento chirurgico, ovvero la vitrectomia posteriore con peeling della membrana epiretinica.

FORO MACULARE

Il foro maculare è un vero e proprio foro che si forma nella parte centrale della retina e che può coinvolgere tutti gli strati retinici (foro maculare a tutto spessore) o solamente quelli più interni (foro maculare lamellare).

La diagnosi viene formulata con l’esame del fondo oculare eseguito durante la visita oculistica e confermata da un esame strumentale, l’OCT.

Il trattamento è chirurgico ed ha lo scopo di chiudere il foro.

DISTACCO DI RETINA

Si tratta della separazione della retina neurosensoriale dal sottostante epitelio pigmentato retinico, cui consegue un accumulo di fluido sottoretinico nello spazio virtuale tra i due.

A seconda della causa, vi sono diverse tipologie di distacco di retina:

  • Regmatogeno: è causato da una rottura retinica (dal greco rhegma = rottura) attraverso la quale il fluido derivato dal vitreo si infiltra nello spazio sottoretinico separando la retina dallo strato sottostante e causandone quindi il suo distacco
  • Trazionale: la retina viene trazionata da membrane vitreoretiniche che ne causano il distacco; è causato da retinopatia diabetica avanzata o traumi perforanti
  • Essudativo: è la conseguenza di processi infiammatori o tumori.

Nel distacco di retina regmatogeno (il più frequente) il paziente riferisce la comparsa di mosche volanti, ragnatele, lampi di luce, seguiti dalla comparsa di una tenda nera nel campo visivo. Quando il distacco di retina coinvolge la macula, si ha un cado dell’acuità visiva centrale.

La diagnosi viene posta con l’esame del fondo oculare eseguito durante la visita oculistica.

Il trattamento nelle forme regmatogene e trazionali è chirurgico.

DISTROFIE RETINICHE

Rappresentano un gruppo clinicamente e geneticamente vario di patologie caratterizzate da una progressiva atrofia dei fotorecettori (coni e bastoncelli), le cellule deputate a trasmettere il segnale nervoso al cervello.

Sono spesso ereditarie (più soggetti affetti all’interno della stessa famiglia), ma esistono anche forme isolate.

Tra le distrofie retiniche più comuni, per quanto rare esse siano, vi sono: retinite pigmentosa, malattia di Stargardt, distrofia di Best, distrofia dei coni, amaurosi congenita di Leber.